Limite per pagamento in contanti nel 2023: novità, regole e sanzioni
Novità ed eccezioni al pagamento in contanti dal 1° gennaio 2023
La nuova soglia di uso del denaro contante è stata istituita dall’articolo 1, comma 384 della Legge di Bilancio 2023.
Il provvedimento prescrive che, a partire dal 1°gennaio 2023:
- fino a 4999,99 euro sia possibile effettuare i pagamenti in contanti a un’altra persona/azienda;
- da 5.000 euro in su sia necessario l’utilizzo di strumenti tracciabili come bonifico bancario e carta di credito per trasferire fondi da un soggetto a un altro.
Rimangono valide alcune eccezioni al limite di utilizzo. Potranno infatti effettuare pagamenti in denaro contante fino a 15.000 euro solo ed esclusivamente cittadini stranieri non residenti in Italia (turisti) nei confronti di operatori di commercio al minuto e agenzie di viaggio e turismo, previa comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Pagamenti per le detrazioni IRPEF
Per poter usufruire della detrazione IRPEF al 19% è necessario che siano tracciabili anche i pagamenti di spese quali:
- mediche e mediche specialistiche;
- funebri;
- assicurazioni rischio morte;
- addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza;
- veterinarie;
- interessi passivi mutui prima casa;
- intermediazioni immobiliari per abitazione principale;
- frequenza scuole e università;
- erogazioni liberali;
- iscrizione ragazzi ad associazioni sportive, palestre, piscine, altre strutture e impianti sportivi;
- affitti studenti universitari;
- abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.
Si ricorda, quindi, che per effetto della disposizione normativa, che non possono essere pagate in contanti tutte le spese detraibili dall’IRPEF al 19% ex art. 15 del DPR 917/1986 da riportare nella dichiarazione dei redditi, anche se potranno ancora essere pagati tramite denaro contante medicinali e dispositivi medici, e le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale.
Paghe e stipendi
È attualmente vietato corrispondere a mezzo contanti la retribuzione a un dipendente o collaboratore, che può essere corrisposta solo ed esclusivamente tramite bonifici con IBAN, pagamenti elettronici, assegni bancari o postali e versamenti in contanti presso la banca o la posta, con esclusione dei rimborsi spese per le trasferte e gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro o del committente.
Ricordiamo che per il datore di lavoro o il committente che non rispettano il divieto in materia di tracciabilità degli stipendi è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria per un importo compreso tra i 1.000 e i 1.500 euro.
Sanzioni per il superamento del limite contanti
Va ricordato che in caso di pagamento in contanti oltre il limite imposto dalla legge, viene sanzionato non solo chi paga, ma anche chi accetta il pagamento.
Le sanzioni sulle violazioni all’utilizzo dei contanti sono:
- minimo 1000 euro per le violazioni;
- da 5000 euro in su per le violazioni di importo superiori a 250mila euro;
- da 3000 a 15.000 euro per chi non comunica la violazione, pur essendo tenuto a farlo.
Pagamento contanti: in cosa consiste e quali sono le alternative
Con il termine “pagamento in denaro contante” s’intende la somma corrisposta tramite monete, banconote e titoli al portatore, assimilati al contante.
L’alternativa è il ricorso ai pagamenti digitali, che consentono il trasferimento di denaro senza ricorrere ai contanti. Tra i metodi di pagamento digitale più utilizzati, vi sono:
- bonifico
- addebito diretto sepa
- carta di credito
- carta di debito